Dall’11 Luglio i visitatori della Veneranda Pinacoteca Ambrosiana vedranno le opere sotto la stessa luce con cui le vedevano gli artisti che le hanno realizzate.
La seconda fase del progetto, insieme all’architetto e lighting designer Alessandro Colombini e sviluppato da Luum, restituisce lo splendore originario alle opere delle sale 2 e 7, consentendo di ammirarne la nitidezza dei dettagli e percepirne la reale brillantezza dei colori, ma l’intervento, di ben più ampio respiro, prevede la riqualificazione illuminotecnica di tutto il Museo, secondo un nuovo standard estetico di illuminazione “human friendly”,
Luum® consente una fruizione di altissimo impatto e di massima precisione: rappresenta una nuova generazione di luce LED “human friendly” che, oltre al risparmio energetico, riproduce la luce con lo spettro più simile a quello della luce naturale, una luce consapevole della sua influenza sul metabolismo e sul benessere psicofisico dell’uomo.
Le avanguardistiche sorgenti LED luum® sono inserite in corpi illuminanti “custom made”, progettati quindi ad hoc per il Museo e costruiti utilizzando gli ultimi ritrovati della componentistica : ottiche diversificate e orientabili, possibilità di ruotare su due assi a 360°, messa a fuoco e dimmerabilità.
La sala 2 ospita opere di artisti quattro-cinquecenteschi , tra cui alcuni importanti pittori lombardi, e il celebre dipinto di Sandro Botticelli “La Madonna del padiglione”, mentre nella sala 7 si trova un insieme di opere particolarmente interessante e raro: dipinti fiamminghi realizzati da Brueghel e Brill, collezionati dal cardinale Federico Borromeo – fondatore dell’Ambrosiana – , che raffigurano temi religiosi ambientati in grandi paesaggi, racconti della storia di Cristo ed elementi naturali, tutti resi con una vivacità cromatica e una ricerca del dettaglio raffinatissima.
Un team di esperti, guidati dall’arch. Alessandro Colombini, ha compiuto uno studio approfondito della pigmentazione dei dipinti, al fine di tarare la regolazione di precisione dello spettro degli apparecchi LED da progettare, con l’obiettivo di illuminare al meglio le cromie di ogni singola opera, per valorizzarne le specifiche caratteristiche.
Una specifica temperatura di colore – ossia una sfumatura di luce bianca ogni volta ricercata in maniera differente – è stata pensata quadro per quadro ed è stata realizzata attraverso una miscela di LED dalle diverse cromie affinché di ogni opera risaltasse al massimo ogni componente: i colori, le forme, i piani di costruzione.
Attraverso la dimmerazione di ogni faro, ossia la possibilità di dosare la quantità di luce fornita, si è ricercata la dimensione luministica che meglio si adattasse ai diversi dipinti.
Prosegue poi la riqualificazione illuminotecnica delle opere conservate alla Pinacoteca Ambrosiana: ha un posto d’onore in Sala Federiciana la “Canestra di Frutta“ del Caravaggio, ora sotto nuova luce. La sua illuminazione segue quella delle pagine del Codice Da Vinci e di altri capolavori quali “La Madonna del Padiglione” di Botticelli, la “Madonna con Bambino e Santi” di Tiziano e molti altri. Grazie agli innovativi faretti “custom made” con LED Luum®, la luce del dipinto svela le originarie gradazioni di colore, creando un effetto di tridimensionalità.
Le differenti tonalità dei LED hanno portato a far risaltare nel modo migliore i toni freddi e i toni caldi delle opere, senza che l’immagine d’insieme risultasse penalizzata da una unica sfumatura di luce.
Ne sono un esempio eclatante i dipinti fiamminghi della Sala 7, realizzati da artisti nordici della caratura di Brill e Brueghel che, nel raffigurare soggetti ambientati in vasti paesaggi tipicamente italiani e laziali, hanno conferito alle loro composizione toni che ricreano una luce che si rivela in realtà fredda: le sfumature di grigi slavati, verdi chiari e azzurri cerulei vengono messi in risalto da una temperatura di colore particolarmente elevata in termini di gradi Kelvin; i bruni e i toni più caldi, meno presenti sono però correttamente evidenziati da una seconda componente di gradazione più bassa.
I fari sagomatori focalizzano ogni fascio di luce sulla esatta dimensione dei dipinti, così da farli emergere in maniera particolarmente efficace rispetto al fondale della parete, mantenuto in ombra.
L’intero intervento, oltre a valorizzare la collezione di opere d’arte, è stato concepito in un’ottica di risparmio energetico, di riduzione dei costi di esercizio relativi alla manutenzione e alla sostituzione dei corpi illuminanti.
Maggio 3, 2014